Poesie di Ossian, antico poeta celtico, Հատորներ 3-4

Գրքի շապիկի երեսը
Presso G. Orlandelli, 1819

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Էջ 17 - 1 gallo io sento: la buona moglie s'alza frettolosa, e brancolando pel bujo s'apprende alla parete, e '1 suo foco raccende. Il cacciator che già crede il mattino, chiama i suoi fidi cani, e più non bada; poggia sul colle, e fischia per cammino: colpo di vento la nube dirada; ei lo stellato aratro...
Էջ 243 - Stella maggior della cadente notte, deh come bella in occidente splendi! e come bella la chiomata fronte mostri fuor delle nubi, e maestosa poggi sopra il tuo colle! E che mai guati nella pianura? I tempestosi venti di già son cheti, e...
Էջ 246 - ... che dalla pioggia mi ricovri: ahi lassa! che far mai deggio abbandonata e sola sopra il colle de' venti? Luna, o luna, spunta dalle tue nubi, uscite, o voi astri notturni, e coll'amico lume 60 me conducete ove il mio amor riposa, dalle fatiche della caccia stanco.
Էջ 239 - Tu quando il mondo atra tempesta imbruna, quando il tuono rimbomba, e vola il lampo, tu nella tua beltà guardi sereno fuor delle nubi, e alla tempesta ridi. Ma indarno Ossian tu guardi: ei più non mira...
Էջ 239 - ... nelle tue nubi senza udir la voce del mattin che ti chiama. Oh dunque esulta nella tua forza giovenile. Oscura ed ingrata è l'età, simile a fioco raggio di luna, allor che splende incerto...
Էջ 252 - Già tace il vento, ed il meriggio è cheto, cessò la pioggia, diradate e sparse 165 erran le nubi; per le verdi cime lucido in sua volubile carriera si spazia il sole, e giù trascorre il rivo rapido via per la sassosa valle.
Էջ 86 - Troianum orditur ab ovo : semper ad eventum festinat et in medias res non secus ac notas auditorem rapit, et quae desperat tractata nitescere posse relinquit, 150 atque ita mentitur, sic veris falsa remiscet, primo ne medium, medio ne discrepet imum.
Էջ 12 - Nella capanna il cacciator si desta, solleva la testa, stordito avviva il fuoco spento: intorno fumanti stillanti 75 stangli i suoi veltri; egli di scope i spessi fessi riempie, e con terrore ascolta due gonfi rivi minacciar vicina alla capanna sua strage e rovina. Là sul fianco di ripida rupe 80 sta tremante - l'errante pastor.
Էջ 238 - Malvina: al mio riposo lasciami: forse quelle amabili ombre scenderan ne' miei sogni: udir già parmi una debole voce: il solar raggio gode di sfavillare in su la tomba 580 del garzon di Barcluta; io sento il suo dolce calor che si diffonde intorno. O tu che luminoso erri e rotondo, come lo scudo de' miei padri, o sole, donde sono i tuoi raggi ? e da che fonte 585 trai l'immensa tua luce?
Էջ 20 - L' arpa ritocchisi, Le conche girino; Alto sospendansi Ben cento fiaccole; Donzelle a giovani La danza intreccino Al lieto suon. Cantore accostisi, II qual raccontimi Le imprese celebri Dei re magnanimi, Dei duci nobili, Che più non son. Così passi la notte, Finché il mattin le nostre sale irraggi.

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